Castions di Strada

Published: 2 anni ago

Il Tagliamento e il Piave: battisteri di pensiero e poesia nell’avventura umana di Pasolini, Turoldo e Zanzotto

Il Tagliamento e il Piave: battisteri di pensiero e poesia nell’avventura umana di Pasolini, Turoldo e Zanzotto

di Fabio Turchini

Imperversano terribili venti di guerra. Con me quelli della mia generazione (nel ’68 avevo tredici anni) hanno goduto di una pace che ha consentito di guardare avanti fiduciosamente, con senso di possibilità, pur avvedutamente. Da noi questo è stato possibile, non altrove, non sempre. Nel corso degli ultimi decenni le laceranti crisi disseminate sull’intero pianeta, votate a conservare, stabilire, ristabilire assetti di superpotere, o ad imporre modelli di sviluppo contrapposti (retoricamente in nome della libertà, della giustizia, molto meno della fratellanza) sono lo specchio infernale di un’umanità tormentata, mai del tutto affrancata dalla smania di supremazia. Ci troviamo in un modo ripetutamente offeso, ammalato, sbagliato, da qualunque punto di vista lo si guardi. Adesso anche qui s’odono grida di dolore, ineludibili, acutamente presenti più di quanto non lo fossero altre grida, a noi pure prossime, interminabili, ma trascurate da orecchie distratte. Quella pace di cui ci siamo satollati, così in pericolo ora, andava non solo goduta, ma capita in profondità, difesa con amore e strenuo impegno. C’era chi dinanzi a noi sollevò il velo dell’ipocrisia per farci dono di verità, ma l’abbiamo trascurato. Erano voci profetiche, in perenne lotta, disposte al sacrificio, invocanti, coraggiose, belle, purissime. Sicuramente attente a quella trasformazione delle coscienze che dagli anni Cinquanta in poi, nel modo peggiore, istituendo dei nuovi valori, alienanti e falsi, i valori del consumo, ha compiuto in nome dello sviluppo un vero e proprio genocidio culturale. Per cui libertà, benessere, privilegio, dissipazione delle risorse e, appunto pace, sono stati a servizio dello svago egoistico, dell’indifferenza individualistica. Alludo, in particolare, a Pier Paolo Pasolini, a padre David Maria Turoldo, anche ad Andrea Zanzotto, accumunati, da un’avventura umana e poetica senza compromessi. La loro critica e la loro resistenza ai mutamenti, che sono all’origine del mondo attuale, si rivelano oggi alla stregua di perfette anticipazioni e salvifiche aperture al domani. Quest’anno li ritroviamo pure accomunati da anniversari che ne accentuano l’interesse collettivo: cento anni dalla nascita sia di Pasolini che di Zanzotto, trent’anni dalla morte di Turoldo. È a partire da questa convergenza anagrafica, colta come preziosità temporale e non ritualità celebrativa, che il progetto ‘Parole e Musica per un Domani, Il Tagliamento e il Piave: battisteri di pensiero e poesia’, ideato e diretto da Giuseppe Tirelli, intende allestire e circuitare in ambito regionale, nazionale e internazionale, uno spettacolo dal vivo. Si snoderà nei luoghi più significativi dove Pasolini, Turoldo, e Zanzotto, da diverse angolature, hanno testimoniato la difesa di valori fondamentali dell’umano fondendo la loro spiritualità nelle cose del mondo, della natura, della storia, in un afflato totale rivelatore del sacro da cui promani bellezza e amore. Tramite poetico di questa “straziante bellezza del creato” è il fiume, il Tagliamento per Turoldo e Pasolini, il Piave per Zanzotto. Sono più di semplici corsi d’acqua, sono espressioni di un’interiorità che riverbera sé stessa tra anse, sassi infuocati d’estate, profumi portati in seno alle tante voci giocate sotto il medesimo cielo. È struggimento da risolvere in una coscienza dell’abitare lo spazio di tutti; uno spazio vitale e donativo, sensualmente accogliente, una seconda nascita tradotta in lingua, canto, lucidità, memoria, devozione. Il progetto “Parole e musica per un domani…” continua il lungo lavoro partito a suo tempo con la collaborazione di mons. Nicola Borgo, don Pierluigi di Piazza, padre Ermes Ronchi, già nel 2012, in occasione del trentennale della morte di Turoldo e poi del centesimo della sua nascita nel 2016; inoltre costellato da importanti appuntamenti culturali e occasioni di riflessione in Friuli e Italia: lo spettacolo teatrale ‘Liturgia della riflessione’ di Giuliano Bonanni, la mostra d’arte fotografica ‘Una goccia di splendore, gli ultimi da padre David Maria Turoldo a Fabrizio de André’ di Luca A. d’Agostino, il libro ‘E nel silenzio il canto (Ed. Erickson)’, portati a Udine (Chiesa di San Francesco, Santuario della Beata Vergine delle Grazie, Teatro Giovanni da Udine); a Milano (Chiesa di San Carlo al Corso); a Grosseto presso Nomadelfia; a Firenze (Chiesa della Santissima Annunziata); a Pordenone (Teatro Comunale Giuseppe Verdi), per proseguire nell’Abbazia di Follina e a Roma nella Chiesa di San Marcello al Corso. L’avventura ora si prolunga, si intride delle inquietudini contemporanee ma non vuole segnare il passo, o peggio, arretrare dinanzi alla solitudine insuperabile, quanto mai comoda e difensiva. Intende riprodursi, semmai, con moltiplicato entusiasmo, nell’esaltare e promuovere la ‘nuova gioventù’ di oggi. Essa, forse, non aspira come in passato a trasformare il mondo ma di certo anela a salvarlo. Il degrado generale invoca un’alta pedagogia, voci autorevoli che ci parlino secondo utopia, carità, poesia, religiosità. Pasolini, Turoldo e Zanzotto indicano la strada per un migliore futuro. Lo fanno con passione corsara, radicalmente in direzione ostinata e contraria, illimitato amore per la Madre Terra. Soprattutto con fanciullesca freschezza, memore del primo incantevole sussurrare del fiume.

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